diabete e salute dentale

 

Introduzione

Ogni anno il numero di persone al mondo che si ammalano di diabete aumenta, e la quantità di casi è in costante crescita negli ultimi 50 anni. Per quanto gli studi e le conoscenze su questa malattia, ancora non del tutto nota, continuino, gli odontoiatri lamentano una scarsa attenzione da parte sia dei Medici che dei Pazienti riguardo le conoscenze e i rischi per la salute orale che i sintomi diabete comportano.

Sono stati compiuti diversi studi, sia italiani che internazionali, per scoprire quale sia il livello di interesse che i Pazienti affetti dal diabete, sia di Tipo 1 che di Tipo 2, possiedono in relazione ai problemi dentali collegati a questa malattia. I risultati non sono mai soddisfacenti, dato che i Pazienti si rendono sempre conto di ottenere una scarsa informazione da parte dei medici riguardo il rapporto tra le malattie orali e sintomi diabete, spingendo spesso il Paziente a non mantenere la giusta attenzione nei confronti di queste patologie collegate.

Sia il diabete Tipo 1, che colpisce quasi unicamente i bambini e gli adolescenti, sia il diabete di Tipo 2, che invece è la forma diabetica in assoluto più comune e sviluppata principalmente dagli adulti, porta con sé una serie di conseguenze negative per la salute di tutto l’organismo. Sappiamo bene infatti che la malattia del diabete è stata correttamente collegata a diversi altri mali, come l’obesità, l’aumento eccessivo della glicemia nel sangue, i rischi di malfunzionamento di diversi organi. Inoltre al diabete bisogna sempre affiancare lo stile di vita del suo Paziente: fumare, bere troppi alcolici, non fare il giusto esercizio fisico, sono tutti vizi e atteggiamenti sbagliati che non fanno altro che peggiorare la malattia.

Nel campo dell’odontoiatria, il diabete è ben conosciuto, e anzi spesso dovrebbe essere il dentista stesso a rendersi conto dei primi campanelli d’allarme, se il Paziente non sapesse ancora di esserne affetto. Le manifestazioni orali del diabete seguono la stessa via di molte altre malattie gravi del corpo, che hanno molto spesso una manifestazione collegata in bocca: parliamo infatti di un organo molto vivo e che mantiene il principale collegamento tra l’interno e l’esterno del corpo.

Le più comuni malattie dentali, come la placca e le malattie gengivali, sono state correttamente messe in relazione ai sintomi diabete. I Pazienti diabetici sono stati osservati essere più proni a sviluppare la placca e indirettamente anche la carie, oltre che avere le gengive notevolmente più gonfie e infiammate di chi invece non ha il diabete. Parodontite e diabete sono due tra le più importanti patologie che sono collegate tra loro. Questo interesse particolare nei confronti della parodontite e diabete non è singolare, ma è dato dal fatto che questa malattia delle gengive è la principale responsabile del rischio di presenza di tasche gengivali, recessione gengivale e infine di caduta dei denti.

Dalla parodontite dipendono diversi altri disturbi per il Paziente, uno dei più famosi e fastidioso è certamente l’alito cattivo, definito alitosi. Spesso può essere questo un sintomo utile per convincere il Paziente meno abituato a presentarsi con costanza alle visite odontoiatriche a farsi curare e scoprire che il suo problema potrebbe essere più grande di quello che pensava inizialmente.

Il diabete è responsabile a sua volta di diversi altri problemi che compaiono in bocca, e che non riguardano direttamente i denti o le gengive. Molti Pazienti diabetici lamentano una sensazione di secchezza della bocca, chiamata xerostomia. Spesso questa è solo una sensazione del Paziente, che non rispecchia una reale diminuzione della produzione di saliva, ma allo stesso tempo è molto fastidiosa per il Paziente, il quale può anche sviluppare una forma più pesante, e arrivare a sentire un bruciore continuo in bocca, dato da un’infiammazione delle mucose interne, o della lingua. Tra le altre patologie collegate a questa situazione, e più comuni nei Pazienti diabetici, abbiamo la candida orale, chiamata comunemente mughetto.

Infine, torniamo sui denti. Abbiamo detto che i Pazienti diabetici hanno una produzione di placca dentale più alta, la quale se non rimossa ogni giorno può aiutare lo sviluppo delle carie dentali. I problemi ai denti per i Pazienti diabetici però non finiscono qui: il maggior numero di infezioni che possono sviluppare fanno sì che sia necessario più volte una estrazione dei denti, per colpa degli ascessi dentali. Questa azione però porta a un circolo vizioso: i Pazienti diabetici infatti rischiano più degli altri di dover farsi estrarre i denti, ma l’estrazione potrebbe essere seguita da un’infezione della cavità dentale.

Diabete di Tipo 1 e malattie dentali

Gli studi sul diabete di Tipo 1 sono minori rispetto a quelli sul diabete di Tipo 2, principalmente per la minore incidenza di questa malattia sulla popolazione. Sappiamo infatti che il diabete di Tipo 1 colpisce quasi unicamente i bambini e gli adolescenti, una fascia della popolazione che già di per sé è attenzionata dall’odontoiatria per la maggiore incidenza delle malattie dentali, come la carie, che possiede.

Infatti la carie è in assoluto la malattia orale più comune tra i bambini e gli adolescenti, e per quanto negli anni il numero di casi sia leggermente diminuito, continua ad essere una patologia estremamente diffusa e della quale tutti siamo a conoscenza. Allo stesso modo però molte volte non si adottano le corrette azioni per contrastare l’insorgenza della carie: la prevenzione quotidiana e i controlli odontoiatrici ciclici. Ogni genitore deve essere in grado di conoscere quali siano i principali problemi e malattie dentali che possono svilupparsi, insegnare ai propri figli a lavarsi correttamente i denti, e soprattutto controllarli e fare in modo che questo piccolo gesto diventi una routine. È stato confermato che i Pazienti con il diabete di Tipo 1, se tengono sempre sotto controllo la loro patologia, e mantengono un eccellente salute orale, si allineano agli standard dei Pazienti che non hanno il diabete, diminuendo sensibilmente le possibilità di sviluppare delle malattie dentali.

I Pazienti affetti da diabete di Tipo 1 hanno quasi tutte le stesse possibilità di contrarre le patologie orali dei Pazienti che hanno invece il diabete di Tipo 2, come il già citato rapporto stretto che esiste tra parodontite e diabete. Questa malattia è più facile che nei Pazienti sani, senza ulteriori patologie sistemiche, compaia da adulti, ma in questo caso anche i bambini e gli adolescenti devono fare più attenzione. Considerando che già a partire dai 10 anni la dentizione di un bambino è mista, quindi presenta sia denti da latte che denti permanenti, avere più possibilità di perdere un dente permanente già a questa piccola età creerà nel bambino una serie di problematiche. Questi rischi sono più gravi rispetto a un Paziente anziano che dopo una vita intera può perdere uno o più denti.

Diabete e salute della bocca

La salute della bocca e la salute di tutto il nostro corpo sono sempre fortemente collegate tra loro. Conoscere i problemi che possono svilupparsi sui denti o sulle gengive è molte volte un utile modo per predire e prevenire altre malattie più gravi che si stanno espandendo nel nostro corpo. Per esempio, le malattie gengivali intaccano una parte molto sensibile della bocca, che non è protetta e allo stesso tempo è raggiunta da una grande quantità di sangue. Molti studi collegano le malattie parodontali ad altre patologie, le quali in molti casi se non individuate e curate subito possono essere fatali per il Paziente. Anche delle semplici tasche gengivali non curate possono peggiorare notevolmente.

Il diabete, al contrario, è una malattia che conosciamo abbastanza bene, e che può essere tenuta sotto controllo dal Paziente. Questi deve però essere coscio del fatto che la sua patologia avrà dei risvolti negativi sulla sua salute generale: meglio li conosce, più facilmente potrà evitarli o curare anche questi.

Diabete e placca

Non tutti gli studi concordano sull’aumento della produzione di placca nei Pazienti affetti dal diabete. Non sono presenti nella letteratura scientifica degli studi che analizzano unicamente la quantità di placca nei Pazienti diabetici rispetto a quelli non diabetici. In base alle ricerche scientifiche, in alcuni casi i Pazienti diabetici sono stati trovati possedere una maggiore quantità di placca, in altri il livello era uguale agli standard riscontrati nei Pazienti non diabetici.

Quello che va comunque sottolineato è che la placca, più correttamente il bio-film orale, è una sostanza che si deposita tutti i giorni e tutti i momenti sui denti di ogni Paziente, indipendentemente dalla presenza o meno di ulteriori patologie. Il Paziente che non rimuovesse meccanicamente la placca, lavandosi i denti tutti i giorni, almeno due volte al giorno, per due minuti, utilizzando uno spazzolino elettrico o uno manuale, osserverà per forza un aumento della placca sui denti.

Quando la placca non è rimossa, a contatto con l’aria nel giro di poche ore diventa più dura e si mineralizza. La placca attira a sé i batteri che provocano la carie e la parodontite, oltre che i residui di cibo e gli zuccheri che assumiamo. Non lavarsi i denti porterà molto facilmente alla presenza di tartaro e batteri, e quindi a un aumento delle possibilità di sviluppo di carie e malattie delle gengive.

Diabete e carie

La carie colpisce un gran numero di persone, soprattutto bambini, in tutto in mondo. È vero però che la frequenza e la gravità di questa patologia non è uguale in tutte le popolazioni, ed è molto più comune nei paesi in via di sviluppo, dove la qualità delle cure odontoiatriche è minore e il consumo di cibi e bevande fortemente zuccherati è meno controllato.

Per questo motivo, gli studi sulla carie in relazione al diabete non sono quasi mai concordi: in alcuni casi il numero di Pazienti diabetici con presenza di carie in bocca è molto maggiore rispetto a chi non ha il diabete, ma in altre ricerche non si nota nessuna differenza tra i due gruppi. Per questo motivo, non si può dire che esista una diretta correlazione tra la presenza delle carie, o il loro sviluppo maggiore, nei Pazienti diabetici o meno. Questo vale sia per i Pazienti con il diabete di Tipo 1 che con il diabete di Tipo 2.

È pur vero che la maggiore presenza di glucosio nella saliva dei Pazienti con il diabete può spingerli a presentare più carie in bocca, così come il fatto che in molti casi i Pazienti diabetici hanno meno saliva in bocca, e una delle conseguenze è la maggiore presenza di carie sui denti.

Tutti i Pazienti, diabetici o non diabetici, devono comunque prevenire ogni giorno lo sviluppo della carie. Per farlo, bastano pochi e semplici gesti quotidiani: lavarsi con costanza i denti, cercando di non dimenticarselo mai e dedicando almeno due minuti, circa 30 secondi per ogni metà arcata dentale. L’utilizzo di spazzolini da denti elettrici con un timer può essere utile per calcolare questo tempo e migliorare la propria salute dentale. Inoltre bastano due visite odontoiatriche all’anno per prevenire e controllare lo sviluppo di possibili malattie dentali, le quali non sempre possono essere tenute sotto controllo solo con lo spazzolino da denti e il giusto dentifricio. Infine, una dieta sana, non eccedere nell’assunzione di alcolici, e cercare di non fumare mai, o di limitare la quantità di nicotina, è un altro passo per avere la migliore salute orale possibile.

Parodontite e diabete

La più importante correlazione tra la salute della bocca e i sintomi diabete riguarda la malattia della parodontite. Negli ultimi anni sempre più studi affermano che i Pazienti diabetici sono molto più proni a sviluppare la parodontite, una patologia gengivale che se non curata, porta il Paziente alla perdita di uno o più denti.

I Pazienti diabetici sono stati studiati per essere affetti dalla parodontite più delle persone che non hanno il diabete, e i problemi collegati a questa malattia sono diversi. Se la forma più blanda e curabile della parodontite, la gengivite, può essere tenuta sotto controllo e anche eliminata dallo stesso Paziente a casa, con la parodontite è sempre necessario l’intervento di un dentista.

La gengivite può essere curata lavandosi con più attenzione i denti usando specifici dentifrici, massaggiando le gengive con il giusto spazzolino da denti e utilizzando dei colluttori con al loro interno la clorexidina. In questo modo il gonfiore gengivale, il dolore e l’arrossamento delle gengive scompariranno abbastanza in fretta, con il Paziente che ora dovrà tenere sotto maggiore controllo la propria salute orale.

Se invece il Paziente per diversi motivi non potesse curare la sua gengivite, questa evolverà presto nella parodontite. A differenza della gengivite, la parodontite sviluppa le tasche gengivali (chiamate più correttamente tasche parodontali), delle fessure tra il dente e la gengiva popolate dai batteri. Le gengive attaccate dalla parodontite saranno gonfie, rosse, sanguinanti, e dopo un primo periodo inizierà la recessione gengivale. L’ultimo stadio di una parodontite non curata è la caduta dei denti, i quali non sono più ancorati all’osso della mascella e alla gengiva.

Negli ultimi anni si sta facendo strada una teoria ulteriore in campo medico, cioè della relazione bidirezionale tra la parodontite e sintomi diabete. Fino a poco tempo fa si riteneva che i Pazienti affetti dal diabete avessero maggiori possibilità di sviluppare le tasche gengivali e contrarre la parodontite, ma gli studi degli ultimi tempi cominciano a ritenere che la parodontite stessa possa essere una delle cause scatenanti del diabete. Questo nuovo filone di studi si aggancia a una serie di nuove ipotesi e scoperte, che hanno indicato la parodontite come una malattia che può scatenare la presenza di molti altri mali nel corpo, come le malattie cardiovascolari, le malattie neurodegerative e anche il cancro. Molti di questi studi avranno bisogno di altri anni per essere eventualmente confermati, e lo stesso si può dire della parodontite come causa scatenante il diabete, per via delle modifiche glicemiche nel sangue.

È stato infine studiato come la cura della parodontite possa aiutare anche a ridurre gli effetti negativi del diabete: una parodontite curata secondo diversi studi riduce la presenza di emoglobina glicata nel sangue, abbassando quindi le possibilità che si possa sviluppare il diabete.

Diabete e caduta dei denti

Le cause per le quali una persona può perdere i denti sono molto varie tra loro. Le motivazioni possono essere per via di malattie ai denti, che fanno sì che il dente troppo malato cada o sia necessario rimuoverlo, per cause meccaniche, quindi traumi dentali causati da sport o da agenti esterni che colpiscono i denti, oppure da altre malattie del corpo. Non esiste una diretta correlazione tra la caduta dei denti e il diabete, ma un Paziente può più facilmente perdere i denti se è affetto dal diabete.

La motivazione è ancora una volta da ricercarsi nella malattia parodontale più importante, la parodontite, la quale come sappiamo ha come sviluppo la presenza di tasche gengivali e infine come causa finale la perdita dell’aderenza della gengiva all’osso alveolare, cioè l’osso che tiene attaccati i denti alla mascella. Perso questo ancoraggio, il dente cadrà.

Di tutte le patologie dentali che un Paziente affetto dal diabete deve curarsi, la perdita dei denti è sicuramente la più importante. Perdere uno o più denti infierisce notevolmente sulla qualità della vita della persona, soprattutto se i denti vengono persi prima che il Paziente sia molto anziano. I denti sono necessari per parlare, mangiare, respirare e addirittura dormire correttamente. Meno denti una persona ha in bocca, più aumenteranno i suoi problemi, e non parliamo solo di un difetto estetico.

Diabete e alitosi

Tra i problemi dentali che una persona affetta dal diabete potrebbe sopportare meno, abbiamo l’alitosi, cioè l’alito cattivo. Se le altre malattie dentali possono svilupparsi più lentamente, e non essere subito direttamente visibili agli occhi degli altri, l’alitosi è al contrario una condizione che rende difficoltoso al Paziente il rapporto con le persone che lo circondano.

Molte malattie dentali possono portare il Paziente ad avere l’alitosi, ma in questo caso è il diabete stesso a provocare questa situazione. Infatti, l’organismo dei Pazienti diabetici scompone in modo diverso il cibo ingerito, e accumulano maggiori quantità di corpi chetonici, i quali quando vengono esalati con il respiro hanno un odore che ricorda quello dell’acetone.

Diabete e secchezza della bocca

Quando un Paziente ha la sensazione di non avere più saliva, e di avere quindi sempre una secchezza in bocca, si parla di xerostomia. Questa patologia non sempre rispecchia una reale situazione di minore quantità di saliva in bocca, ma il Paziente la potrebbe sentire comunque. Quando è confermata una minore o nulla produzione da parte delle ghiandole salivari, si parla più correttamente di iposalivazione.

La xerostomia e l’iposalivazione possono avvenire più facilmente in quei Pazienti che assumono un grande numero di farmaci, in molti casi infatti una sostanziale diminuzione del flusso di saliva si trova nei Pazienti più anziani. Riguardo i Pazienti diabetici, i principali medicinali utilizzati non sono conosciuti per avere come effetti collaterali l’iposalivazione.

Inoltre, la letteratura scientifica riguardo la xerostomia nei Pazienti diabetici è varia: molti studi riscontrano un aumento della sensazione di xerostomia in chi è affetto dal diabete, mentre invece altre ricerche non la menzionano. Riguardo l’iposalivazione, quasi nessuno studio indica la sua presenza nei Pazienti diabetici. Possiamo dunque affermare che, come per altre malattie e disturbi, la xerostomia può avvenire in alcuni Pazienti diabetici, ma non è una condizione sempre presente.

Sintomi diabete e bocca che brucia

Una sensazione simile alla xerostomia è la sindrome della bocca che brucia. Anche in questo caso non si parla di una vera patologia, ma di una sensazione che solo il Paziente percepisce. Il Paziente sentirà un bruciore, che può avvenire di giorno o di notte, o anche ininterrottamente, all’interno della bocca, soprattutto nella zona della mucosa orale, della lingua o del palato.

La sindrome della bocca che brucia è stata associata per molti anni ai Pazienti con il diabete di Tipo 1, anche se fino ad oggi non sono state ancora capite le motivazioni per le quali questi Pazienti potrebbero sentire maggiormente di altri questa sensazione.

La sindrome della bocca che brucia è una patologia che è riscontrata molto spesso anche nelle donne in pre menopausa e in menopausa.

Diabete e mughetto

Il mughetto, più correttamente definito come candida orale, è una patologia data dall’infezione di un fungo in bocca, che può trovarsi all’interno della mucosa delle guance e sulla lingua. Si nota per essere dei piccoli puntini bianchi, che possono essere asintomatici, oppure provocare una sensazione di dolore simile a quella della sindrome della bocca che brucia. Una forma specifica di candida orale è la leucoplachia, dove le macchie bianche sono più estese, e sono dure al tatto.

In alcuni studi, ma non in tutti, è stato riscontrato come i Pazienti che sono diabetici hanno più possibilità di avere anche la candida orale in bocca.

Diabete e ascesso dentale

L’ascesso è una forte infiammazione del dente, che può avvenire a diversi livelli (all’interno della polpa, dentro alla gengiva, o sul parodonto). Provoca un forte dolore al Paziente, unito a un gonfiore nella zona interessata dalla lesione. Di fatto l’ascesso è in realtà solo l’ultimo tentativo che il nostro corpo fa per cercare di impedire ai batteri della carie di raggiungere le radici del dente. Quando si sviluppa una carie su un dente, il ruolo dei batteri è quello di scavare quanto più a fondo possibile, per raggiungere la polpa del dente, la zona più interna e allo stesso tempo più viva e piena di nutrimento. Dopo aver consumato la polpa, i batteri si spingono più in fondo, verso le radici del dente. In questo momento il corpo tenta di reagire, producendo una sacca di pus, appunto l’ascesso, che cerchi di arginare l’avanzata di questi batteri: da qui il dolore e il rigonfiamento.

I Pazienti affetti dal diabete hanno più possibilità degli altri di sviluppare un ascesso dentale, che se non curato porta irrimediabilmente alla perdita del dente. Anche se il Paziente si recasse molto tardivamente dal dentista, nei casi in cui l’infezione è troppo avanzata, il medico potrebbe decidere per un’estrazione del dente, per evitare che l’infezione possa propagarsi e intaccare anche gli altri denti.

Intervento chirurgico per tasche gengivali

L’intervento chirurgico per tasche gengivali, chiamato in ambito odontoiatrico curettage, è un’ottima soluzione per tutti i Pazienti, anche quelli non affetti da alcuna forma di diabete, per la rimozione delle tasche gengivali.
La presenza di questa infiammazione deve essere subito presa in carico dal dentista, per evitare un peggioramento, il quale non farà altro che aumentare la gravità della parodontite in atto. I risultati di una parodontite non curata, con delle tasche gengivali molto profonde, sono sempre uguali: la caduta del dente.

Durante l’intervento di curettage il tartaro e la placca presenti sotto le gengive vengono raschiati via, con l’ausilio di uno strumento chiamato appunto curette, da cui il nome della pratica odontoiatrica.

Un intervento chirurgico per tasche gengivali è utile come indicato a tutti i Pazienti, ma quelli che sono affetti da diabete non devono avere dubbi: questa rimozione di placca e tartaro sarà solo di aiuto per la loro salute dentale.

 

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