Introduzione
I denti da latte dei bambini sono molto più fragili e soggetti a traumi e malattie rispetto a quelli degli adulti. Ogni anno la carie, la più comune malattia dentale, colpisce milioni di bambini: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) calcola che di tutti i bambini in età scolare al mondo, tra il 60 e il 90% di loro ha avuto o ha tutt’ora la carie.
Le malattie dei denti da latte non si esauriscono con la carie, e possono colpire i dentini da latte e le gengive del bambino in diversi modi. Inoltre, il genitore deve conoscere i diversi rischi per la salute orale del proprio figlio in relazione alla sua età: durante lo sviluppo e la crescita del bambino i problemi cambiano, insieme alla dentizione da latte.
Negli ultimi anni è stata proposta una nuova divisione delle lesioni della carie nei bambini, classificandole come carie della prima infanzia (dagli 0 ai 3 anni) e carie della tarda infanzia (dai 4 agli 11 anni). Questa partizione si è resa necessaria perché si sono notate delle sostanziali differenze nelle carie dei bambini molto piccoli e di quelli più grandi, dato che il corpo cambia e i denti diventano più resistenti alle malattie, in base a quali sono i denti da latte presenti in quel momento.
Di certo quello che rimane sempre presente nelle carie dei bambini è tutta una serie di complicazioni che investono sia il piccolo Paziente che ne soffre, sia la sua famiglia. Sono stati compiuti degli studi che confermano come il bambino si possa sentire in difetto sapendo di avere un problema ai dentini da latte, notato anche dai suoi coetanei. Un sorriso che presenta una carie, o altri problemi dentali, è considerato meno “bello” o meno “onesto” da parte degli altri bambini, come indicano delle ricerche che hanno mostrato dei sorrisi sani e dei sorrisi malati a gruppi di bambini e adolescenti. Il problema psicologico dell’estetica dentale non investe soltanto il bambino, ma anche i suoi genitori. Spesso infatti si impone un sentimento di frustrazione e di rimorso da parte dei genitori, che si sentono direttamente responsabili per la carie e il dolore che il bambino è costretto a subire. A questo va aggiunto anche che il bambino va curato, dunque per forza di cose si perderanno giorni di scuola e sarà necessario accompagnarlo dal dentista. Il bambino avrà difficoltà a mangiare e dormire correttamente, tutte problematiche che si riflettono anche sulla vita della famiglia e delle persone che gli sono attorno.
Altro problema della bocca comune è il gonfiore alle gengive: anche in questo caso va diviso in base all’età del bambino, perché può interessare due ambiti diversi. I bambini molto piccoli, nei quali la dentizione da latte è appena cominciata, sentiranno sicuramente dolore sulle gengive e sarà presente un gonfiore diffuso, dato che il dente sta spingendo per erompere dalla gengiva. Diverso è invece il dolore che i bambini più grandi, con già parte della dentizione da latte primaria completa, possono sentire. In questo caso parliamo, come negli adulti, di gengiviti e parodontiti, che possono accadere anche ai bambini più piccoli, se i denti non vengono correttamente spazzolati. Conoscere quali sono i denti da latte che stanno spuntando al bambino è utile per capire come lavarli più correttamente.
Le principali malattie dentali dei bambini possono essere originate sia dalla presenza di batteri patogeni, come per le carie e le malattie parodontali (cioè le malattie della gengiva), ma possono avere anche un’origine genetica o meccanica.
È possibile che all’interno della dentizione da latte dei bambini questi siano troppo più piccoli del normale, con una ridotta o nulla quantità di smalto che li ricopre: quando questo accade, si parla di ipoplasia dentale. La assenza di smalto porta il dente ad essere ancora più fragile e vulnerabile di quanto già non sia: i batteri potranno colonizzarlo e tentare di raggiungere la polpa del dente in molto meno tempo.
Altri casi di malattie dentali sono causate dalla malocclusione, cioè la condizione per la quale i denti non crescono allineati in maniera corretta tra loro. I denti risulteranno storti, di più del normale o di meno di quanti dovrebbero spuntare, e potrebbero spingere tra loro. Le principali conseguenze di questa situazione sono le difficoltà a parlare, mangiare e respirare correttamente, oltre che avere molte più possibilità di contrarre le altre malattie dentali.
Infine è molto comune per un bambino incappare in un trauma dentale, cioè rompere un dente da latte. Cadere dalla bici, prendere una pallonata in faccia, farsi del male ai denti giocando con gli amici, sono tutte pratiche che un bambino ha più possibilità di subire rispetto ad un adulto. I traumi dentali sono tutti curabili, ma è importante non sottovalutarli: non curare un dente traumatizzato può portare a problemi non solo per l’attuale dentizione da latte, ma anche per la successiva dentizione permanente.
- Introduzione
- Carie nei bambini
- Gengive gonfie nei bambini
- Denti da latte gialli e carie
- Denti da latte storti e carie
- Denti da latte rotti
Carie nei bambini
La carie è la più comune patologia orale che un bambino può sviluppare. Fortunatamente, data la sua estensione, la carie è stata ampliamente studiata e quindi conosciamo molto bene tutti i modi per curarla, velocemente e con il minor impatto possibile, ma anche prevenirla.
La prevenzione della carie parte nel primissimo momento dall’eduzione dei genitori nei confronti dei loro figli. Insegnare l’importanza della salute orale e del lavarsi i denti con costanza tutti i giorni deve far parte del bagaglio di conoscenze che ogni genitore dà al proprio figlio, e deve iniziare al più presto.
Quali sono i denti da latte? I denti da latte solitamente cominciano a presentarsi verso i 5 o 6 mesi, e via via colonizzeranno tutta la bocca con i primi 20 denti da latte. È più raro, ma può succedere che i denti da latte spuntino anche prima al bambino: una percentuale che varia tra 1 su 2.000 e 1 su 3.500 gravidanze porta con sé un bambino che ha già sviluppato parte della sua dentizione decidua, chiamata dentizione natale. Meno del 10% di questi casi crea un vero problema per il neonato e per la madre che lo deve allattare, quindi solitamente si decide di non estrarre il dente, a meno che questo non crei problemi, come lacerazioni della mucosa, dolori al capezzolo della madre o simili. Se il dente non è già spuntato con il parto, ma si presenta nel primo mese di vita, è chiamato dente neonatale.
La condizione non è così comune, ma allo stesso tempo, dato che i primi dentini cominceranno a svilupparsi presto, è bene che ogni genitore impari a pulire sia le gengive che i denti del suo bambino, anche quando è molto piccolo. Rimuovere i residui di latte dalle gengive è un buon modo per evitare che rimangano in bocca zuccheri che possono intaccare i dentini.
Carie da biberon
Le carie della prima infanzia, comunemente note come “carie da biberon”, avvengono nei bambini di età compresa tra gli 0 e i 3 anni. Il nome dato a queste carie è facile da capire: avvengono più facilmente nella zona dove il bambino appoggia la tettarella per succhiare il latte dal biberon.
Le carie da biberon sono diverse rispetto alle carie alle quali siamo abituati. Se normalmente, per i bambini più grandi e per gli adulti, la carie si sviluppa sulla corona del dente, le carie dei bambini più piccoli interessano la parte più visibile del dente. Questo accade perché la quantità di smalto presente è molto bassa, e quindi la carie riesce a penetrare con più facilità in questi punti. Quali sono i denti da latte più facilmente intaccabili dalle carie da biberon? Certamente gli incisivi, che sono i primi dentini che spuntano al bambino, e quindi i primi che userà per mordere.
Le carie da biberon si presentano inizialmente come delle macchie bianche o giallastre/marroncine, che via via si amplieranno fino a coinvolgere tutto il dente e spesso quelli adiacenti. Nei primi momenti le carie da biberon possono essere confuse con la fluorosi, cioè la patologia di chi assume troppo fluoro nella sua dieta, condizione che può interessare anche i bambini più piccoli. In ogni caso la soluzione migliore è recarsi quanto prima da un dentista per una visita specialistica: SST Clinica Odontoiatrica presenta nel suo staff diversi odontoiatri pedodonzisti, per i bisogni di ogni piccolo Paziente.
Ricordiamo infine che l’allattamento al seno è sempre da preferirsi all’allattamento artificiale, quando è possibile. Oltre alle indubbie qualità del latte materno, questo possiede una quantità estremamente minore di lattosio rispetto al latte artificiale. Il lattosio è lo zucchero del latte, e quanto meno zucchero il neonato assume nei primi momenti di vita, meglio è per la salute dei suoi denti. È stato comunque riscontrato che l’allattamento al seno, se continuato per troppo tempo, provoca lo sviluppo di carie dentali. È bene quindi concluderlo quando il pediatra lo indicherà.
Carie della tarda infanzia
Superati i tre anni, il bambino può certamente ancora sviluppare le carie, che infatti hanno come massima incidenza l’età compresa tra i 5 e i 7 anni.
Le principali motivazioni per cui i bambini più grandi sviluppano la carie sono date dall’alimentazione. La voglia di bere e mangiare bevande e cibi molto zuccherati, unita a una scarsa coscienza e conoscenza dei problemi che questo comporta, fa sì che il numero di carie presenti a questa età sia statisticamente più alto.
Le carie dei bambini possono presentarsi anche in altri modi, spesso causati da una crescita dei denti non corretta, e che non è stata ancora osservata e curata da un dentista. Lo sviluppo dei denti dei bambini fa sì che i primi dentini siano quelli più frontali, necessari per poter cominciare ad addentare i cibi solidi durante lo svezzamento. Con il passare degli anni il numero di denti da latte che cominciano a popolare la bocca aumenta, riempiendo i buchi laterali. Le carie possono avvenire molto più facilmente nella dentizione di un bambino che ha sviluppato un affollamento dentale, cioè quando sono presenti troppi denti e troppo vicini tra loro. Il corretto distanziamento dei denti, che permette loro di crescere lineari e paralleli, fa sì che questi possano essere puliti nella maniera migliore.
Durante i primi anni di vita del bambino sarà il genitore a doversi occupare della sua igiene orale quotidiana. Quando il bambino sarà abbastanza grande, verso i 5 o 6 anni, dovrà imparare da solo a lavarsi correttamente i denti. Consigliamo nel primo periodo di insegnarglielo con uno spazzolino manuale, e solo dopo pensare di optare per uno elettrico. In ogni caso il genitore potrebbe non ricordarsi tutti i giorni di controllare che il bambino si lavi i denti: prima impara a farlo da solo, meglio sarà per prevenire le carie, che in questa età come abbiamo detto raggiungono il picco di presenza.
Gengive gonfie nei bambini
Le gengive dei bambini possono gonfiarsi ed essere doloranti per due principali motivi, che seguono lo sviluppo dentale del bambino. Il primo momento in cui si nota un gonfiore e annesso fastidio del bambino è quando stanno spuntando i primi dentini: è normale che succeda, dato che il dente deve rompere la gengiva che lo ha protetto fino ad ora. La seconda possibilità è data invece dalle malattie parodontali, quindi la gengivite e la parodontite, che possono accadere tanto nei Pazienti adulti quando nei bambini.
Gengive gonfie quando stanno spuntando i denti
Forse non tutti ce lo possiamo ricordare, ma l’eruzione dei primi dentini da latte è per ogni bambino (e per i suoi genitori) un momento traumatico. I primi dentini, che hanno cominciato a formarsi dentro alla gengiva quando ancora il bambino era un feto nell’utero della madre, sono pronti ad erompere dalla gengiva e cominciare a crescere, per poi raggiungere la loro forma definitiva.
Questo momento porta sempre dolore al bambino, il quale se ne lamenterà, potrebbe avere meno voglia di mangiare, cercherà di toccarsi spesso le gengive e di mettere in bocca altri oggetti per limitare il dolore. Una credenza popolare indica che il bambino potrebbe avere la febbre in questo periodo, ma tutte le indagini scientifiche tendono a scartare l’aumento della temperatura come una delle conseguenze dei primi dentini da latte.
La soluzione più comune e semplice è quella di massaggiare le gengive del bambino con un gel apposito, che possa lenire il dolore e dare una piccola sensazione anestetizzante alle gengive infiammate. Il problema comunque si risolverà relativamente presto: bisogna quindi solo essere pazienti e aspettare insieme al bambino.
Gengivite nei bambini
Sia gli adulti che i bambini possono essere affetti dalla gengivite. Questa patologia colpisce per l’appunto le gengive, infiammandole e rendendole più gonfie e rossastre.
La gengivite è una malattia che spesso è sottovalutata nei bambini, per un semplice motivo. Più piccolo è il bambino, meno visibile sarà la sua gengivite. Questo fa sì che i genitori, e in alcuni casi anche il dentista che segue il bambino, non considerino la patologia abbastanza grave, e quindi si aspettino che questa regredisca da sola. In effetti, a differenza di altre malattie dentali, la gengivite può essere più facilmente curata a casa da soli, con il corretto spazzolamento e massaggiamento delle gengive, l’uso di colluttori specifici a base di clorexidina e in generale la buona igiene orale quotidiana.
La gengivite nei bambini dovrebbe essere però presa più in considerazione. Gli studi scientifici più recenti confermano che nella maggior parte dei casi la gengivite infantile avviene a causa della placca. Un eccesso di placca, causato dalla poca costanza nel lavarsi i denti a casa tutti i giorni almeno due volte al giorno, fa sì che si depositi sui denti uno strato di residui di cibo e batteri, i quali portano alla carie e alla gengivite. Dunque, per tenere sotto controllo entrambe le patologie, risulta sempre importante insegnare ai propri figli l’importanza di spazzolarsi i denti con costanza ogni giorno.
Con il passare degli anni, la gengivite nei bambini tende ad aumentare: verso gli 11-13 anni si può avere il picco di reazioni negative causate dalla gengivite nella bocca del bambino e pre-adolescente. Un bambino che non ha mai avuto la gengivite ha molte più possibilità di diventare un adulto che non avrà mai la gengivite e la parodontite, a patto che mantenga sempre costante la sua igiene orale quotidiana e non abusi di alcolici e tabacco da maggiorenne.
È bene segnalare che se un bambino registra una gengivite molto avanzata, questo potrebbe essere un campanello d’allarme per altre malattie più gravi. Dato che solitamente i bambini subiscono una gengivite abbastanza leggera, se si dovesse registrare una patologia più aggressiva è possibile che il bambino sia affetto da una predisposizione genetica per queste malattie gengivali, oppure che sia malnutrito, o affetto da diabete o malattie sistemiche, come la leucemia o l’infezione da HIV.
Parodontite nei bambini
La parodontite nei bambini è una patologia gengivale molto rara, che si presenta in pochissimi casi, ma che è molto aggressiva. Con il passare degli anni e la pubertà, la parodontite diventa una malattia molto più comune per i Pazienti adolescenti e adulti.
Le conseguenze di una parodontite sono molto simili a quelle della gengivite: gengive gonfie, arrossate e doloranti. Se nella gengivite il sanguinamento gengivale è meno presente, nella parodontite è sempre attivo, e il Paziente lo può osservare quando si lava i denti. La parodontite si differenzia dalla gengivite per la gravità dell’infiammazione: le gengive, oltre a gonfiarsi, sono interessate dal fenomeno delle tasche parodontali. Queste sono delle fessure tra il dente e la gengiva che si formano, e dove i batteri che causano l’infiammazione si annidano e proliferano.
Se la gengivite è una patologia meno complessa e può essere più facilmente curata a casa in autonomia, il Paziente (di qualsiasi età) che dovesse essere affetto da parodontite dovrà recarsi subito da un dentista. Infatti la parodontite è una malattia che deve essere curata dall’odontoiatra, con una combinazione di diverse cure.
Non curare la parodontite porta via via le gengive a ritirarsi e ad essere più piccole, nel frattempo che ci sarà anche una perdita di resistenza e di grandezza dell’osso mascellare e mandibolare. Infine, la parodontite porta alla perdita di uno o più denti. Questo è un problema non solo per il Paziente adulto, ma anche per il bambino. Perdere i denti da latte in maniera non naturale, quindi non aspettando che il dente permanente si sia formato e abbia spinto contro il dente da latte per farlo cadere, può creare diversi disturbi alla dentizione futura del bambino. Il dente permanente potrebbe non crescere, crescere non correttamente, oppure essere intaccato dai batteri della parodontite già presenti in bocca. Il rischio di nuovo è quindi quello di non sviluppare mai un dente permanente.
Denti da latte gialli e carie
Il bambino che si presenta con dei denti gialli e non bianchi nella maggior parte dei casi è affetto da ipoplasia dentale, da non confondersi con l’ingiallimento dei denti dato dal tartaro o dal fumo di sigaretta.
L’ipoplasia dentale è una patologia per la quale lo smalto sui denti è presente in minore quantità o è completamente assente. Le cause di questa malattia sono di diverso tipo, e possono essere sia genetiche, che causate da altre malattie, ma anche per colpa di un trauma. Il bambino può essere geneticamente portato a non sviluppare lo smalto sui denti, per via di malattie ereditarie, oppure perché affetto da diverse altre malattie più gravi, o infine per via di traumi fisici causati da corpi estranei che hanno rovinato ed eroso lo smalto.
Una delle più importanti conseguenze dell’ipoplasia dentale è lo sviluppo della carie. Infatti lo smalto è la principale struttura di protezione della dentina e della polpa, le due parti più interne e più vive del dente. La carie si deposita sullo smalto dei denti e scava, cercando di raggiungere quanto prima la polpa per ricavarne il maggior nutrimento possibile. Se lo smalto è parzialmente o totalmente assente, la carie si presenterà molto più velocemente e in forma più aggressiva.
È stato ipotizzato, ma gli studi non sono ancora tutti concordi in proposito, che i bambini nati prematuri possano essere più facilmente affetti dall’ipoplasia dentale.
In questo caso non va indicato quali sono i denti da latte più colpiti da questa malattia, perché l’ipoplasia si sviluppa principalmente nei denti permanenti, i primi molari e gli incisivi dell’arcata superiore.
Denti da latte storti e carie
Il piccolo Paziente a cui non venissero curate delle carie, con il passare del tempo per cercare di sopportare il dolore deciderà autonomamente di masticare solo da un lato della bocca, quello ancora sano.
Questa pratica scorretta porterà con il passare del tempo a un’asimmetria della sua bocca, nella quale una delle due parti sopporta un carico continuo molto maggiore rispetto all’altro. Il risultato di questa masticazione scorretta è lo sviluppo della malocclusione. La malocclusione è una patologia molto generale, che raccoglie sotto di sé un gran numero di problemi dentali, riguardanti la posizione dei denti nella bocca. I denti dovrebbero chiudersi e aprirsi tutti insieme nello stesso momento, cercando di combaciare il più correttamente possibile tra quelli mascellari e quelli mandibolari. Per quanto nessuna persona può dirsi completamente esente da una piccola malocclusione, quindi da un piccolo disallineamento tra i denti dell’arcata superiore e quella inferiore, i Pazienti che continuassero a masticare da un solo lato la svilupperebbero molto maggiormente.
La malocclusione è una patologia già di per sé abbastanza grave, che deve essere osservata e curata quanto prima. È preferibile scoprirla quando il Paziente è ancora bambino, dato che la sua conformazione facciale è ancora molto malleabile, e allo stesso tempo ha ancora molti anni di crescita. Allo stesso tempo, se si forma una malocclusione per via di una o più carie non curate quando il Paziente è ancora molto giovane, la situazione peggiorerà per il Paziente, che si troverà con una forte malocclusione per tutta la vita, molto più difficile da curare in età adulta.
Denti da latte rotti
I traumi dentali nei bambini sono un problema che non deve essere mai sottovalutato. Se il dente traumatizzato non ha subìto dei colpi evidenti, il genitore spesso non considera più il problema, pensando che il dente si sia protetto abbastanza da solo. Al contrario, possono essere presenti delle microfratture, che hanno intaccato la vitalità del dente, e che nelle settimane, o anche mesi, successivi, si faranno sentire.
Più è piccolo il bambino che ha subito il trauma dentale, soprattutto sotto i 3 anni di età, più è facile che questo possa creare un danno al dente permanente, che in questo momento non è ancora spuntato dalla gengiva. I traumi ai denti da latte possono infatti favorire una malformazione del dente permanente, come per esempio una sua demineralizzazione, che porterà il dente permanente a spuntare ed essere ipoplastico, quindi senza lo smalto che lo protegge.
Dato che il dente da latte e il germe del dente permanente sono distanti solo pochi millimetri l’uno dall’altro, un trauma al primo avrà sicuramente effetti negativi sul secondo, soprattutto se questo non si è ancora formato. Altre complicazioni che un trauma dentale su un dente da latte può costituire per un dente permanente in formazione sono la cessazione di crescita di quel dente, l’uscita storta di quel dente o la sua totale dilacerazione, cioè lo spostamento netto tra la corona del futuro dente e la sua radice.
A queste considerazioni va aggiunto che per via di quali sono i denti da latte che sono interessati da questi traumi dentali, quindi in massima parte i denti più visibili, è da considerarsi anche un problema estetico.
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