Introduzione

La devitalizzazione dentaria, più tecnicamente chiamata terapia canalare, è una comune procedura dell’odontoiatria endodontica, cioè l’odontoiatria che si occupa della parte interna, e più viva, del dente.

La devitalizzazione è un’operazione che, come detto, i dentisti praticano spesso. Questo da un lato la rende semplice, e le possibilità che ci siano delle complicazioni dopo la devitalizzazione siano minime o comunque facilmente risolvibili. Dall’altra parte è un continuo campanello d’allarme per la salute dei denti della popolazione: questo significa che molte persone non curano adeguatamente i loro denti e sono costretti a delle terapie più aggressive per risolvere le malattie dentali.

I Pazienti che arrivano a dover praticare la devitalizzazione dentaria nella maggior parte dei casi non hanno tenuto sotto controllo l’igiene orale quotidiana, e probabilmente non si sono recati con costanza e ciclicamente dal dentista. Per quanto la devitalizzazione non sia una procedura radicale come può essere quella dell’estrazione di un dente ormai troppo infetto, è comunque una cura che si potrebbe facilmente evitare. Il costo devitalizzazione è variabile in base al dente trattato, ma con l’igiene orale quotidiana, dal costo enormemente più piccolo, si previene la possibilità di dover affrontare questo intervento.

Uno dei compiti dell’odontoiatria è quello di salvaguardare la stabilità del dente, e la devitalizzazione fa sì che il dente, per quanto non più vivo sia ancora in bocca al Paziente. Con delle semplici azioni quotidiane però si potrebbe salvare anche il dente stesso. Con una comune igiene quotidiana e visite cicliche di controllo infatti il Paziente è quasi completamente protetto dalle malattie dei denti, o comunque queste possono essere velocemente scoperte e curate, quando ancora sono nella loro fase iniziale di sviluppo. Per questo motivo, tra i pilastri dei dentisti, c’è anche quello della prevenzione, prima di dover arrivare alla cura. Tutti i nostri Pazienti che curano con costanza la propria igiene orale hanno un ricarico molto minore in termini di tempo passato sulla poltrona, costo economico delle cure e dolore, sia durante la malattia che per effettuare la cura.

Va comunque ricordato che per quanto le carie e la mancanza di cure dentali puntuali siano la motivazione principale per la quale si deve ricorrere poi a una devitalizzazione dentaria, questa può rendersi necessaria anche a seguito di azioni che non dipendono completamente dal Paziente. I denti, per quanto duri e resistenti, possono rompersi o scheggiarsi, o anche avere delle microfratture. Nel caso in cui il Paziente non andasse a farsi controllare i denti dopo aver ricevuto un trauma, o non se ne renda conto, potrebbe aver inavvertitamente aperto uno spiraglio ai batteri, che ora più facilmente potrebbero penetrare all’interno del dente stesso. Anche in questo caso quindi è bene recarsi subito dal dentista, per una valutazione da parte di un professionista, anche grazie all’ausilio delle lastre, senza le quali non potremmo osservare i traumi non visibili ad occhio nudo. In questo caso possiamo dire che il costo devitalizzazione è legato a un normale processo di prevenzione e di necessità di non sottovalutare i traumi e i problemi dentali che si potrebbero presentare in bocca.

 

Cos’è la devitalizzazione

La devitalizzazione è la pratica odontoiatrica con la quale il dentista pulisce tutta la parte interna di un dente malato, rimuove la polpa e i batteri che l’hanno attaccata. Dopo aver tolto tutto il tessuto infetto, pulisce il dente e sigilla i canali radicolari, cioè le estremità che collegano il dente all’osso della mascella o della mandibola.

La devitalizzazione dentaria è una procedura molto comune e diffusa, che ogni odontoiatra conosce. All’interno di SST Clinica Odontoiatrica la pratica è operata dai nostri esperti di endodonzia, che sono specializzati in questo tipo di interventi. Tutte le devitalizzazioni sono assolutamente indolori e verrà praticata una anestesia locale, per impedire al Paziente di sentire male durante l’intervento. È possibile comunque sentire un po’ di dolore dopo devitalizzazione nei giorni successivi.

Quando fare la devitalizzazione

La principale motivazione per la quale l’odontoiatra decide di ricorrere alla devitalizzazione è in occasione di un dente malato, la cui carie ha già eroso lo smalto ed è penetrata all’interno della polpa dentaria. Se lo smalto è la parte più esterna del dente, quella più dura, che lo protegge dai colpi e dalle malattie, non è immune dalla lenta e continua erosione data dalla placca che si accumula, che attira a sé i batteri della carie. Evitare di raggiungere questa situazione e dover affrontare il costo devitalizzazione è molto semplice: bisogna ricordarsi di mantenere sempre attiva l’igiene orale quotidiana.

Se il dente non viene spazzolato correttamente e con costanza, lo strato di batteri via via scava la superficie esterna del dente, fino a raggiungere la dentina e poi la polpa. Al contrario dello smalto, la polpa è la parte più viva, e quindi anche più piena di sangue e nutrimento. Grazie alla polpa il dente riceve il necessario dal resto dell’organismo per vivere, assumere il colore bianco e lucente che lo contraddistingue, ed è responsabile anche della ricezione delle sensazioni di caldo, di freddo e di dolore, tramite i nervi collegati. In questa condizione i batteri della carie sono molto favoriti, trovandosi in una posizione dove continuare a prosperare, a discapito della salute del dente.

Il dentista, se interpellato solo in questo momento, noterà dopo la visita e le lastre della presenza di questa carie molto profonda, che ha ormai raggiunto la polpa, e che diventa quindi una minaccia alla stabilità del dente. Se infatti questa carie non venisse curata con una devitalizzazione, la situazione non potrebbe far altro che peggiorare. La carie infatti arriverebbe fino alla o alle radici del dente, provocando un ascesso dentale. Non curare il dente nemmeno dopo l’insorgenza di un ascesso porterà alla decisione di estrarre il dente, la pratica che si tenta sempre di evitare. Un dente in bocca, anche se devitalizzato, è sempre meglio, sia per l’estetica dentale, sia per la salute orale, di non averlo più, e di dover nel caso ricorrere a un impianto. Va quindi considerato che in questo caso il costo devitalizzazione è molto più ridotto rispetto alle spese da affrontare per un’estrazione o addirittura un impianto.

Come indicato prima è però possibile che la devitalizzazione si renda necessaria anche a seguito di un trauma dentale. La situazione è identica dal punto di vista della carie: il trauma dentale fa sì che si formi uno spazio di entrata molto più diretto e veloce per raggiungere il centro del dente e la sua polpa, andando ad intaccarla. Chi subisce un trauma dentale non deve quindi sottovalutarlo, e anche se inizialmente potrebbe non sentire dolore, col tempo la situazione potrebbe peggiorare. È sempre meglio recarsi dal dentista per una visita, e non rischiare di doversi impegnare più tardivamente in un intervento di devitalizzazione dente.

Carie e devitalizzazione

Il Paziente che non dovesse curare la propria salute orale, ne si recasse con costanza dal dentista per le semplici quanto utili visite di controllo cicliche, presto si troverà a doversi confrontare con la carie. I residui di cibo non spazzolati saranno la base di partenza per i batteri portatori della carie, che scaveranno la superficie del dente per raggiungere la parte più importante, la polpa del dente.

La devitalizzazione dentaria si rende necessaria quando la carie ha penetrato in profondità nel dente, e la polpa è ormai completamente compromessa. Non riuscendo a curare il dente in nessun altro modo, e non potendo salvare la polpa, si passa a un trattamento meccanico. Il dentista rimuoverà tutta la polpa, togliendo quindi anche la carie, per salvare la parte esterna del dente, quella più dura e visibile. In questo modo il Paziente sarà curato e avrà anche il suo dente intatto, con un impatto minimo sull’estetica del suo sorriso, che sarà come nuovo.

Dente scheggiato e devitalizzazione

La salute dentale deve essere sempre preservata, e per quanto nella maggior parte dei casi basti una buona igiene quotidiana e visite cicliche dal dentista, ci sono alcuni eventi che non possiamo prevenire. Nei casi di traumi dentali, cioè quando il dente viene colpito con forza da un agente esterno, ci sono possibilità che questo possa cadere, scheggiarsi o anche solo ricevere delle microfratture. Le ultime saranno invisibili ad occhio nudo, ma non devono essere comunque sottovalutate, vediamo il perché.

Per quanto i casi in cui si può prendere una botta sul dente non siano molti, è una situazione che può capitare più facilmente se si è bambini o se si praticano sport di contatto. In entrambi questi casi, oltre alle più comuni misure di protezione, è bene agire velocemente. Se abbiamo perso un dente o anche solo una parte di esso, la cosa migliore è metterlo all’interno di un bicchiere di acqua, di latte o di soluzione fisiologica, e portarlo subito dal dentista. Sono molto più alte le possibilità di salvare il dente, che può essere trasportato anche tenendolo in bocca con la saliva. Ovviamente l’ultima possibilità è da riservarsi a persone abbastanza grandi che riuscirebbero a non ingoiarlo inavvertitamente.

La devitalizzazione si rende necessaria in questi casi per le stesse motivazioni di prima: un dente scheggiato dà molte più possibilità ai batteri di insinuarsi all’interno del dente, e raggiungere molto più velocemente la polpa dentaria. È quindi sempre bene indicare al proprio odontoiatra se si sono subiti dei traumi dentali, anche non dolorosi, perché questi potrebbero peggiorare col passare del tempo.

Una delle possibili complicazioni di un trauma dentale non curato e non subito visibile ad occhio nudo è il colore del dente: se nei giorni successivi al trauma il dente perde la sua lucentezza e da bianco comincia a diventare grigiastro, è in atto un processo di necrosi, cioè di morte del dente. È bene quindi recarsi subito dal dentista.

Ascesso e devitalizzazione

Come indicato prima, nei casi in cui la carie profonda non venisse curata, questa raggiungerebbe la parte più profonda del dente, quella che lo collega con il resto del corpo e permette il suo nutrimento. Se la carie dovesse attaccare anche questa zona, e quindi colpire le radici del dente, queste sarebbero compromesse. Le radici, se intaccate dalla carie, in breve tempo morirebbero, e il dente rischierebbe di cadere.

L’organismo, in un ultimo atto di auto conservazione e di protezione, tenterà di creare una barriera fisica, che impedisca la prosecuzione del cammino dei batteri della carie verso le radici. Questa barriera protettiva si chiama ascesso, è una pustola piena di pus e materiale cellulare morto che ha come principale conseguenza quella di fare male, far infiammare tutto il dente e far gonfiare la zona interessata.

Prima di praticare una devitalizzazione del dente, anche in questo caso necessaria, l’odontoiatra prima procederà a sgonfiare l’ascesso dentale, per poi procedere alla devitalizzazione dentaria propria.

Può accadere, sempre nei casi di traumi dentali creati da corpi esterni, che il Paziente non si renda conto della gravità del danno creato, e che senta dolore solo in occasione dello sviluppo dell’ascesso, che può provocare anche febbre. In ogni caso il problema si sarebbe potuto evitare e il dente si sarebbe potuto salvaguardare meglio con delle semplici visite cicliche, che avrebbero certamente messo a nudo il fatto che una carie stesse creando via via un ascesso all’interno del dente. Inoltre ricordiamo come i controlli routinari dal dentista siano più economici sul lungo periodo, al posto di affrontare un costo devitalizzazione o di altre procedure di chirurgia odontoiatrica ogni volta che si presenta un dolore non curato.

Come funziona l’intervento di devitalizzazione dentaria

 

Prima di procedere con qualsiasi intervento, l’odontoiatra si dovrà sincerare della presenza di una carie profonda che deve essere devitalizzata tramite una lastra. Le lastre sono delle procedure semplici e veloci, senza nessun effetto collaterale negativo per il Paziente, che possono essere svolte nella stessa struttura, se ci si reca presso una delle cliniche di SST Clinica Odontoiatrica.

Dopo aver confermato la presenza di una carie profonda e che la polpa è irrimediabilmente compromessa, si decide per un intervento di devitalizzazione. Il medico dunque raggiunge con i suoi strumenti la polpa, rimuovendola completamente, e pulendo tutta la parte interna del dente ora vuota. Questo impedirà che residui di polpa o di batteri possano ricominciare ad infiammare e ad infettare il dente.

Dopo una pulizia totale, la parte interna del dente non può essere lascia così scoperta, perché questo renderebbe ancor più semplice ai batteri il raggiungimento della parte più profonda. Dunque il dente è riempito di alcune sostanze inerti e biocompatibili, che quindi non creeranno danni ne reazioni di alcun tipo al Paziente.

In base alla gravità del danno creato dalla carie, la corona del dente, la parte più esterna e visibile, sarà ricostruita completamente o verrà posta una otturazione.

Cosa fare dopo la devitalizzazione

Come ogni intervento dentale, il Paziente dovrà prestare una particolare attenzione al dente devitalizzato. Per prima cosa è importante, ancor più del solito, la corretta igiene orale, stando attenti quando ci si spazzola i denti nei pressi della zona interessata dalla devitalizzazione dente.

Se nelle ore o nei giorni successivi il dolore dopo devitalizzazione dovesse continuare, prima di contattare il medico è bene ricorrere ai più comuni metodi, quindi porre del ghiaccio avvolto da un panno sulla zona che fa male, utilizzare degli antidolorifici generici, o degli antibiotici. Prima di assumere farmaci è sempre bene chiedere al vostro dentista quali e in quali quantità prenderne, per evitare spiacevoli effetti collaterali.

Cose che non vanno fatte dopo la devitalizzazione sono: fumare, ed è sempre meglio considerare di smettere di fumare per migliorare la propria salute orale, e masticare cibi con alte quantità di zuccheri.

Il dolore dopo devitalizzazione dovrebbe attenuarsi e sparire nel giro di poco tempo: se questo non dovesse accadere è bene mettersi subito in contatto con il dentista, per un ulteriore controllo a seguito dell’intervento.

Cosa mangiare dopo la devitalizzazione

Le regole su cosa mangiare dopo devitalizzazione sono simili per tutti gli interventi di chirurgia dentale. Biosogna preferire cibi morbidi, non troppo caldi o troppo freddi, non piccanti. Non bisogna mangiare cibi che potrebbero lasciare residui in bocca e rischiare di compromettere la convalescenza.

I cibi da mangiare sono: yogurt, zuppe tiepide, frullati di frutta, verdure cotte e passate, pesce bianco (spinato!).

Rischi della devitalizzazione

Tutte le procedure odontoiatriche, per quanto siano eseguite correttamente e utilizzando la best practice clinica, non sono mai esenti da una percentuale di rischio e di complicazioni. L’odontoiatra si adopera sempre per ridurre ed evitare che questi rischi possano avvenire, sia con i colloqui e l’anamnesi del Paziente prima dell’intervento, sia seguendo la convalescenza dopo l’intervento.

La devitalizzazione dente può portare con sé alcune conseguenze, che sono comunque tutte facilmente risolvibili e curabili nei giorni o nelle settimane successive all’intervento. Le conseguenze più comuni, che accadono più volte a seguito degli interventi dentistici, sono la sensibilità del dente e l’infiammazione della gengiva. È normale che il dente e la gengiva rispondano dopo che sono stati toccati dalla strumentazione dell’odontoiatra, e che quindi possano provocare una sensazione di fastidio e di piccolo dolore dopo devitalizzazione al Paziente. Fortunatamente questi sono sintomi che si attenuano e scompaiono in breve tempo, e possono essere facilmente gestiti in autonomia dal Paziente, che deve solo preoccuparsi di non toccare il dente.

Inoltre, la qualità della ricerca scientifica e l’utilizzo di tecniche sempre nuove, delle quali tutti i professionisti di SST Clinica Odontoiatrica sono sempre a conoscenza, fa sì che alcune complicazioni del passato non possano più accadere, come lo scurimento del dente dopo la devitalizzazione.

Se la devitalizzazione del dente non dovesse essere andata a buon fine, e quindi il dente potrebbe provocare ancora dolore, si rende necessario un ritrattamento del dente già in passato devitalizzato.

Sensibilità dentale e devitalizzazione

Una conseguenza possibile della devitalizzazione è la sensibilità dentale. È una sensazione di dolore e fastidio che nel giro di poche ore o giorni dovrebbe attenuarsi e smettere.

È bene che il Paziente non confonda la sensibilità dentale che può avvenire a seguito della devitalizzazione del suo dente con la sensibilità dentale che può accadere sugli altri denti, precedente o successiva all’intervento di devitalizzazione. In quel caso i sintomi, per quanto simili, avranno una causa diversa, e dovranno essere trattati diversamente dall’odontoiatra.

Infiammazione della gengiva e devitalizzazione

La procedura di devitalizzazione deve essere eseguita utilizzando degli strumenti, che potrebbero aver leggermente offeso la gengiva, creando un’infiammazione nelle ore successive all’intervento. Anche in questo caso parliamo di una complicazione minore, che può essere facilmente curata a casa dal Paziente con un impacco di ghiaccio, e che si dovrebbe risolvere entro poche ore dall’intervento.

Se il Paziente dovesse sentire la propria gengiva infiammata anche a distanza di giorni o settimane dall’intervento, deve contattare il proprio dentista. Potremmo trovarci davanti a un caso di gengivite, non però direttamente collegato all’intervento di devitalizzazione avvenuto.

Dente nero e devitalizzazione

Il Paziente che si vuole informare sulla devitalizzazione di un dente potrebbe incappare nella notizia per cui i denti devitalizzati possono scurire e annerirsi con il passare del tempo. Questa poteva essere una notizia corretta e vera diversi anni fa, quando ancora venivano utilizzate tecniche e prodotti per la devitalizzazione dente che non erano completamente inerti e biocompatibili. Questi materiali, che ora non sono più usati dai dentisti per le devitalizzazioni, con il passare degli anni tendevano a scurirsi, creando un problema estetico nel Paziente.

L’annerimento del dente può avvenire anche a seguito di un processo di necrotizzazione del dente, cioè di morte del dente che non è stato correttamente curato. Può avvenire a seguito di una devitalizzazione mal eseguita, che ha lasciato all’interno del dente alcuni residui di polpa che hanno continuato ad infettare il dente, oppure può accadere a un dente malato che non è stato mai curato.

La soluzione a un dente annerito può essere quella dello sbiancamento dentale, ma non è l’unica soluzione che l’odontoiatra potrebbe adottare. Di certo possiamo indicare che lo sbiancamento dentale è effettuato solo ai Pazienti che non hanno patologie dentali o gengivali in corso, per non peggiorare delle situazioni che devono essere curate con più urgenza.

Ritrattamento e devitalizzazione

Il ritrattamento avviene quando un intervento di devitalizzazione che non è andato a buon fine deve essere ripetuto. In questo caso si parla di ritrattamento endodontico, o di ritrattamento del dente devitalizzato.

La procedura di ritrattamento avviene nei casi in cui il dente devitalizzato si ammali nuovamente: le motivazioni possono essere sia quelle di un primo intervento di devitalizzazione mal eseguito, sia di malattie che continuano a colpire il Paziente, indipendentemente dalla qualità del primo intervento.

La devitalizzazione e il ritrattamento sono comunque due procedure odontoiatriche che si eseguono per evitare di dover ricorrere all’estrazione del dente, scelta che l’odontoiatra cercherà sempre di evitare.

Apicectomia e devitalizzazione

La devitalizzazione dente e il successivo ritrattamento non sono ancora riusciti a risolvere il problema del Paziente? L’odontoiatra, sempre per evitare di dover estrarre il dente, ricorrerà al terzo intervento, quello dell’apicectomia della radice.

È un intervento semplice e di non lunga durata, nel quale l’ultima estremità del dente, quella più inserita all’interno della gengiva, è rimossa, e con essa si rimuove anche il granuloma che provoca l’infezione del dente e che non si riesce a curare.

Gravidanza e devitalizzazione dentaria

Le donne che intraprendono una gravidanza vanno incontro a tutta una serie di modifiche ormonali all’interno del loro organismo. Queste influenzano notevolmente la salute orale, e quindi le donne incinte devono tenerla sotto controllo con maggiore attenzione, dato che una malattia orale non curata può portare a delle complicazioni durante il parto, con danni che coinvolgono anche il feto e il futuro neonato.

La maggior parte delle procedure odontoiatriche possono essere eseguite anche su donne in gravidanza, adottando delle necessarie precauzioni. Per prima cosa, è compito della donna incinta o che pensa di poter essere incinta informare il proprio odontoiatra della sua condizione. In questo modo, oltre a gestire la Paziente nella maniera più corretta, controllerà eventuali altre malattie dentali che possono più facilmente svilupparsi in gravidanza, come la parodontite e l’epulide gravidica.

La devitalizzazione è una semplice procedura odontoiatrica che può e deve essere effettuata anche dalle donne in gravidanza, con una particolare attenzione nel momento in cui si faranno delle lastre per capire la gravità del problema. I raggi X della TAC sono ormai molto più lievi del passato, e puntati unicamente sulla zona dei denti. Allo stesso tempo a tutti i nostri Pazienti, per una precauzione completa, viene dato da indossare un giubbotto di piombo, che protegge gli organi interni (e nel caso anche il feto) dalle radiazioni che potrebbero colpirli.

Denti da latte e devitalizzazione

I bambini sviluppano molte più carie rispetto agli adulti. Questo è dato da diversi fattori, come dal fatto che i denti dei bambini siano meno resistenti e la quantità di smalto che li ricopre sia minore. Inoltre i bambini tendono ad assumere molti più cibi e bevande zuccherate, e non sempre si lavano i denti con costanza.

Per prima cosa è importante che i genitori insegnino ai propri figli l’importanza di lavarsi i denti con costanza e regolarità, per poi dopo controllare che continuino a lavarseli. Un bambino con i denti cariati avrà dolori, perderà giorni di scuola, e potrebbe anche sviluppare una paura del dentista, che si potrebbe portare dietro per molti anni.

Nel caso in cui la carie di un bambino non venisse curata e si insinuasse in profondità nella polpa dentaria, è possibile fare un intervento di devitalizzazione dente. Bisogna sfatare la concezione errata per cui alcuni pensano che i bambini, avendo i denti da latte, non devono curare le malattie, perché tanto questi denti sono destinati a cadere ed essere sostituiti. Al contrario, malattie dentali non curate possono compromettere lo sviluppo del dente permanente, che si sta formando all’interno della gengiva. Solo nel caso in cui le lastre evidenziassero che il dente da latte da devitalizzare è prossimo a cadere ed essere sostituito da quello permanente, si può pensare di estrarlo preventivamente.

 

 

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