L’ozono è una delle molecole più comuni in natura, è quella che forma un manto protettivo che permette la vita sulla Terra impedendo ai raggi UV di colpirci direttamente, ma solo da pochi anni il suo potenziale medicale è stato scoperto e utilizzato in maniera sempre più estensiva, iniziando con la sanificazione dei luoghi e delle superfici. Diversi studi hanno però dimostrato come l’utilizzo dell’ozono all’interno dell’ozonoterapia possa essere utile per curare una vasta gamma di patologie, grazie alle sue proprietà germicide e di azione antiossidante nell’organismo.
Oltre a un suo uso nella terapia del dolore, per le patologie cerebrovascolari e neurodegenerative, per quelle del tratto digestivo e nelle malattie arteriose, l’ozono è sfruttato anche per combattere le malattie dentali. Le sue principali attivazioni cliniche sono relative alla decontaminazione dei batteri patogeni, per aiutare nella cura delle carie, ma anche nella chirurgia dentale, disinfettando i microtubuli dentinali durante l’applicazione delle otturazioni, per prevenire la formazione di alveoliti dopo l’estrazione dei denti e trattare i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM)¹.
Dal 1984 il SIOOT (Società Scientifica Ossigeno Ozono Terapia) si occupa di studiarne al meglio gli effetti benefici e seguire la costruzione dei macchinari per l’ozonoterapia, di cui SST Clinica Odontoiatrica è da poco entrata in possesso per aumentare ancora di più le possibili cure dentali per i nostri Pazienti.
- Introduzione
- Ozonoterapia della cura delle malattie dentali: parodontite e perimplantite
- Ozonoterapia per aiutare la chirurgia orale
- Dentifrici ozonizzati
Introduzione
Le conoscenze che possediamo sulla molecola dell’ozono si sono affinate con gli anni, inizialmente era una molecola considerata tossica per l’uomo, ma è stato al contrario dimostrato che dosi sotto i 100 microgrammi colpiscono solo i microorganismi (batteri, spore, muffe): in ambito odontoiatrico le dosi somministrate sono tra l’1 e i 50 microgrammi in media. Innocuo per l’uomo, è molto utile per far sviluppare un’azione antiossidante da parte dell’organismo e uccidere i corpi estranei, creando quello che è definito un “effetto paradosso”: l’organismo risponde difendendosi, ma solo i batteri vengono colpiti.
I diversi utilizzi in odontoiatria, dalla più semplice cura della placca e delle carie, fino alle azioni più profonde durante gli interventi di rimozione del dente o delle devitalizzazioni, fanno sì che ci siano diverse modalità di somministrazione dell’ozonoterapia, sia con l’insufflazione dell’ozono con un tubicino, o l’uso di mascherine, o utilizzando anche tecniche quali la piccola e la grande autoemoinfusione, iniettando sangue arricchito da ozono precedentemente prelevato dallo stesso paziente.
Ozonoterapia nella cura delle malattie dentali: parodontite e perimplantite
La parodontite è lo stadio avanzato di gengive infiammate e denti che non vengono puliti e controllati periodicamente, e i cui sintomi principali sono il sanguinamento della gengiva e la sua riduzione, scoprendo la base di appoggio del dente e permettendo ai batteri di attaccarla più facilmente. Non curata porta alla possibile caduta del dente. Come si può utilizzare l’ozonoterapia per curare questa malattia?
La terapia più diffusa consiste nell’insufflazione topica dell’ozono nelle tasche parodontali (lo spazio che si crea tra la gengiva infiammata e il dente e dove si insediano i batteri) utilizzando un catetere collegato alla macchina per la produzione dell’ozono. Questo crea un’azione antibatterica e decontaminante che aiuta l’odontoiatra a contrastare la parodontite.
Una pratica più sul lungo periodo è quella della terapia idropinica: il Paziente assume regolarmente acqua precedentemente ozonizzata per aiutare a curare l’infiammazione gengivale.
Molti Pazienti possiedono degli impianti, dopo che per diversi motivi hanno perso in precedenza i denti. Per quanto siano degli strumenti fissi, anche gli impianti possono subire i danni di una malattia, che intacca i tessuti (questi ancora vitali) attorno all’impianto: la perimplantite. La sintomatologia è molto simile alla parodontite: gonfiore delle gengive, recessione dell’osso e quindi anche della gengiva, più possibilità che il dente venga attaccato dai batteri. Una perimplantite non curata porta alla perdita dell’impianto, rischio maggiore e più dispendioso di una parodontite.
La pratica chirurgica per salvare l’impianto è più lunga e difficile in questo caso, ma l’utilizzo della miscela di ossigeno e ozono per un tempo maggiore e con una maggiore concentrazione (modulabile da parte dell’odontoiatra, il quale ha sempre sotto controllo il macchinario per la produzione della corretta percentuale di ossigeno e ozono) uccide tutti i batteri e decontamina la superficie vitale del dente e della gengiva, rendendo poi possibile l’intervento chirurgico di rigenerazione ossea e la stabilizzazione dell’impianto.
Ozonoterapia per aiutare la chirurgia orale
Il macchinario per l’ozonoterapia può essere utilizzato solo da una persona che ha seguito un apposito corso di formazione. Sarà poi il vostro odontoiatra a decidere il miglior utilizzo dell’ozonoterapia negli interventi di chirurgia orale, sapendo che l’ozono è stato riconosciuto per avere molti effetti positivi duranti gli interventi. Tra questi possiamo annoverare: effetti antimicrobici a largo spettro; immunostimolazione e agevolazione del rilascio di fattori di crescita (cellule che aiutano la ferita a rimarginarsi più velocemente), effetti antinfiammatori e analgesici e anche effetti antipossici, questi ultimi impediscono che la quantità di ossigeno nel sangue sia troppo bassa.
La miscela di ossigeno e ozono può essere inoculata sia prima che dopo l’intervento: iniettato nel sito che si intende trattare prima può aumentare la pressione sanguigna, migliorando il metabolismo del tessuto che sarà oggetto dell’intervento chirurgico. Appena finita l’operazione allo stesso modo l’ossigeno ozono può essere utile sia per uccidere gli ultimi eventuali batteri presenti e iniziare da subito la guarigione e il miglioramento del tessuto. Nei giorni successivi può essere utile inoculare due volte alla settimana per le due settimane successive la miscela e aiutare la guarigione della ferita.
Se non fosse stato possibile salvare il dente dopo l’intervento per risolvere la parodontite o la perimplantite, l’estrazione del dente (o avulsione) può sviluppare delle successive complicanze, tra cui l’alveolite, o in casi più gravi delle infezioni sopra alla ferita in fase di guarigione. Anche in questo caso l’utilizzo dell’ozonoterapia può venire in aiuto dell’odontoiatra e del Paziente: per aiutare il decorso della malattia e risolvere l’alveolite, un’iniezione di ozono direttamente nel sito malato eliminerà quanti più batteri possibili, velocizzando il processo di guarigione.
L’odontoiatra può anche controllare che la propria chirurgia sia andata a buon fine e che la guarigione sia in atto senza paura che si possano sviluppare sovra infezioni. Utilizzando l’ozono il Medico può facilmente vedere se la ferita si è riaperta in punti non visibili, e nel frattempo disinfettarla, per poi eventualmente continuare con l’intervento chirurgico.
Dentifrici ozonizzati
Il Medico odontoiatra utilizzerà l’ozono principalmente grazie al macchinario che produce la corretta percentuale di miscela per ogni intervento, ma per un effetto decontaminante anche nei giorni successivi può essere utile l’applicazione da parte del Paziente a casa di un dentifricio ozonizzante, il cui primo impiego spetta all’odontoiatra dopo aver suturato la ferita. Continuare a casa le cure a base di ozono, utilizzando anche collutori con l’ozono, è utile anche per creare una barriera fisica che protegge la ferita che si deve rimarginare, con un effetto simile ai dentifrici o alle vernici fluorate, utili per proteggere ancora di più lo smalto dei denti.
Bibliografia e note
1. Ossigeno ozono terapia in odontoiatria a cura di dott. Antonello Pulga, Dott. Piermarco Babando, Dott. Girolamo Donati